Calcio. Un punto e siamo in B. Il Foggia scorge la serie cadetta

L'Inferno Rossonero dello stadio Zaccheria (foto Foggia calcio) ndr.
di Nico Baratta

FOGGIA, 15 APR. - Non è la solita cronaca di una partita di calcio che ancora una volta ha visto il Foggia primeggiare. Per quella ci sono i cronisti sportivi preposti a farlo, anche se da giornalista che segue lo sport è facile farlo. E l’ho fatto. 
I Satanelli rossoneri di Mister Stroppa con la vittoria di oggi, per una rete a zero sulla Reggina, ha inanellato la decima vittoria consecutiva. È il record dei record per la squadra dauna, più di quello fatto all’inizio del campionato. Un primato che fa dominare il Foggia nelle classifiche di raking dei bookmaker europei per media punti, differenza reti e imbattibilità. Quattordici vittorie, un pareggio e una sconfitta, il girone di ritorno che il Foggia ha condotto con maestria, professionalità e gran gioco. Insomma, chi diceva che questa squadra, contestata all’inizio e rimaneggiata poi per le note vicende dell’improvviso cambio di panchina a due settimane dall’inizio del campionato di Lega Pro, avrebbe avuto vita breve e sarebbe rimasta nella meglio conosciuta serie C, oggi deve ricredersi. Giovanni Stroppa e tutta la società hanno compiuto il miracolo. Un evento che non ha precedenti, secondo per reti fatte solo a quello del Foggia di Zeman nell’anno della promozione in serie A. All’epoca le reti furono 67, mentre oggi siamo a quota 65. Credo che la soglia reti sarà superata, entrando nella storia calcistica di tutti i tempi e categorie, non solo italiane. 
È vero, la matematica non conferma ancora la promozione in serie B, ma siamo lì, a un passo, anzi a un punto. A + 8 sul Lecce, che oggi ha pareggiato contro un Matera che ha giocato con molte seconde linee, il Foggia aggiunge un passo per la promozione, posticipando i festeggiamenti di una città, già pronta, che attende la serie cadetta da ben 19 anni. Non si deve essere scaramantici, anche se nello sport come in altre attività, prevale lo scongiuro sulla razionalità. Qui bisogna essere fiduciosi, convinti che tra domenica prossima o al massimo due (e non speriamo 3, troppo patema d’animo da sopportare), Foggia esploderà nel tripudio rossonero, in quella festa cittadina che la vedrà viva, contenta, celebrante e commossa, per un traguardo tanto atteso e ambito per un futuro migliore che potrebbe rilanciarla economicamente. Del resto nessuno ci vieta sognare anzitempo. Dà forza, convinzione, sprone. E chi “gufa” per rancori nascosti, beh, si convinca che i Satanelli Foggiani saranno in B. 
La società rossonera ha saputo ben mettere su un pacchetto societario tale da garantire un campionato ai vertici; il resto lo ha fatto Stroppa e i suoi atleti. Défaillance ci sono state. Lo spogliatoio ha rischiato di rompersi. Ma tutto, poi, è ritornato nell’alveo dovuto. Inciampi naturali per una squadra che nella sua rosa ha calciatori desiderosi di serie maggiori e che sanno che col Foggia in serie B potranno coronare sogni. Questa è stata la chiave di volta che ha inciso per ricompattare un gruppo e fortificarlo più di prima. La stagione è storica e le ultime due settimane lo confermano, in particolare quest’ultima. Tre partite in sette giorni e tutte e tre vinte, un tour de force che solo una fuoriserie riesce a tener banco. 
 A quanto pare i fantasmi di un ritorno a quella Zemanlandia sembrano fuggiti. Opss.., forse dovremmo rimodulare il termine in Stroppalandia? Non credo! Con tutto il rispetto verso Giovanni Stroppa, cui va la stima, riconoscenza, fiducia e affetto di una città e della sua provincia, ma di “landia” ce ne sarà sempre una, quella del nostro indimenticato Zdenek Zeman. 
Tuttavia rimane uno scoglio da superare, quello di una Zaccheria non del tutto agibile come capienza. Oggi, e grazie a deroghe del tutto speciali, ha ospitato fino a circa 18mila spettatori, con una media di 10mila a partita. Il prossimo anno sarà serie B e il Foggia Calcio merita più spettatori. Lo stadio Pino Zaccheria avrà molti più tifosi, da Foggia, dalla provincia, da quei paesi che lambiscono la Capitanata che da sempre lo hanno riempito per trascorrere 90 minuti di divertimento, di sport, di cori e di fair-play e spumeggiante gioco del calcio. E qui, credo, l’Amministrazione Comunale e il Coni debbano collaborare senza rimpalli e asprezze burocratiche che fanno male a una comunità che ha voglia di chiudere un capitolo e aprirne (non riaprirne) uno più produttivo, perché con una squadra di calcio nella serie cadetta, con una società che mira alla massima serie -la A-, con un tifo che ha dimostrato maturità sportiva (a parte screzi indotti e mirati e mal gestiti da chi è preposto alla sicurezza –si ricordi lo scandaloso permissivismo col Catania in terra dauna-), con aziende che investono i loro profitti nel nome del calcio e perciò producono lavoro, cosicché da arginare anche quel reclutamento che la malavita mette in campo per assenze remunerative legali, Foggia può rinascere. 
Il Foggia Calcio è pronto per la serie B, ha già in serbo rafforzamenti in campo, e ne sta vagliando altri per aggiungere all’Inferno Rossonero Zaccheria quel paradiso calcistico tanto atteso.
Complimenti Foggia Calcio, un punto e siamo in B.



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