di Giovanni Sgobba
BARI - Stamattina
si è pronunciata la Cassazione in merito alla vicenda sulla morte
del ciclista Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio 2004 in una
camera d’albergo a Rimini.
Con
questa affermazione “Assolto
perchè il fatto non costituisce reato” di
fatto la Cassazione ha prosciolto Fabio Carlino, pusher accusato di
aver provocato la morte del “pirata” per overdose, vendendogli la
cocaina. Cade così la condanna, espressa in I e II grado, a 4
anni e 6 mesi di reclusione con l’aggiunta di 19 mila euro di multa
e col risarcimento di 300 mila euro ai familiari.
La
sentenza di oggi della Cassazione, rispecchia tutto sommato, il
pensiero espresso il 9 novembre dal sostituto procuratore generale
Cedrangolo, il quale affermava dubbi e perplessità sulla pena, a
causa di una “troppa spettacolarizzazione data dai media” e
l’insufficienza di prove a carico di Carlino, chiedendo e di fatto
ottenendo l’annullamento totale della pena.
Ecco
come si è espressa la Difesa in merito a questa sentenza ribaltata:
Con questa decisione che ha prosciolto Fabio Carlino da ogni accusa,
la Cassazione ha dimostrato di essere totalmente slegata dalla
emotività dalla quale sono spesso assaliti i giudici di merito e ha
emesso un verdetto più equilibrato».
Epilogo
che però porta con se moltissime perplessità da tutta la schiera di
fan e dei parenti più intimi, su tutti la mamma Tonina ha sempre
sostenuto la tesi di omicidio.
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